È il 1645 quando il conte Marzio Capra, proprietario della Rotonda, scrive al Governo della Serenissima Repubblica per avere il permesso di “piantare una Chiesa uicina al mio suburbano nominato la Rotonda, la quale non eccederà in larghezza piedi trenta, et in lunghezza sessanta”.
Era stato Paolo Almerico, il committente e primo proprietario della villa, a lasciare chiaramente indicata nel proprio testamento questa volontà: che l’edificio disegnato da Palladio venisse completato da una cappella, ad uso della famiglia e del circondario. Così, presumibilmente attorno al 1650, viene edificato il piccolo e prezioso oratorio privato: in asse miracoloso con il viale di accesso alla Villa e a perfetta prosecuzione della barchessa realizzata dal Vincenzo Scamozzi a completamento del progetto palladiano.
A disegnare la chiesetta viene chiamato Girolamo Albanese, architetto e scultore a cui si devono anche gli stucchi e il disegno delle statue; assistito da Antonio Pizzocaro, che poi diventerà l’architetto più attivo del Seicento vicentino.
Qualche decennio più tardi, nel ‘700 avanzato, la famiglia Valmarana completa villa Valmarana ai Nani così come la conosciamo oggi, con gli interventi architettonici di Francesco Muttoni e lo straordinario ciclo di affreschi dei Tiepolo: la cappella passa di proprietà, entrando nel grande parco di Villa Valmarana ai Nani.
E diventando, come ancora oggi è, quasi un ponte tra le due grandi ville della città di Vicenza: davanti Palladio, alle spalle Tiepolo.